La Missione Cattolica

La Missione “Casa della Provvidenza” di Hebo, dei Padri Vincenziani (S. Vincenzo de' Paoli) e delle Suore della Carità (S. Caterina Labouré), ogni anno in luglio mèta di pellegrinaggi da tutta l'Eritrea, sorge nel luogo di sepoltura di Giustino de Jacobis, dichiarato Santo da papa Paolo VI nel 1975.
Giustino nacque nel 1800 a San Fele (Potenza), uno sperduto paese della Basilicata, a 18 anni entrò nella Comunita vincenziana di Napoli, fu Missionario prima nell'Italia del sud e poi, dal 1839, nel Tigrai (Adua) ed in varie località dell'attuale Eritrea, dove morì nel 1860.
La moderna Missione risale agli anni '40 del novecento, e fu edificata intorno alla preesistente chiesetta dedicata a fine ottocento a S. Giustino dopo la sua morte.
Le sue spoglie sono oggi custodite nella nuova grande chiesa edificata recentemente, che si intravede al centro della foto 'vista della Missione'.

L'opera di 'propaganda Fide', iniziata da Giustino e da altri compagni nella prima meta dell'Ottocento, e proseguita poi da altri Missionari all'ombra della colonizzazione italiana del Corno d'Africa, si differenziava e si differenzia tuttora nettamente dalla 'propaganda' delle altre preponderanti Fedi religiose copta e musulmana, perché alla diffusione della dottrina cattolica affianca anche un autonomo ed originale impegno per l'alfabetizzazione, la cura della sofferenza ed il progresso sociale della popolazione.

Questo è l'aspetto che ci ha particolarmente colpiti nel nostro viaggio di ricerca in Eritrea, ed è per questo che ci siamo decisi, pur nel nostro profondo convincimento di laici, ad appoggiarci alla Missione di Hebo per le nostre piccole iniziative sociali, stabilendo rapporti di affetto fraterno con i Padri e le Suore, che vivono il loro impegno missionario, nella loro personale povertà, con una dedizione ed una serenità di spirito che ci hanno lasciato stupiti.
Forse per questo i cattolici in Eritrea, anche se restano una esigua minoranza (3%), rappresentano nel Paese una forza di progresso ben superiore al loro piccolo valore numerico.

All'interno della Missione, dove abitano stabilmente, con alloggi e mense separate, una ventina di Padri e Suore di nazionalità eritrea, ma formati in Italia e che parlano tutti un buon italiano si trovano, oltre ai luoghi di culto, anche una Scuola elementare con 5 aule e l'Orfanotrofio che ospita in media 40 bambini.

I Padri si occupano delle funzioni religiose ed insegnano nella scuola, le Suore si raccolgono spesso in preghiera ma sono anche infaticabili nel gestire i vari servizi della Missione e nell'occuparsi dell'Orfanotrofio, trovando anche il tempo per dare lezioni di taglio e cucito alle donne del villaggio, che a loro volta aiutano nell'accudimento dei piccoli.

Si ha a volte l'impressione di vivere in una grande famiglia... allargata, perchè ci sono i Padri, le Madri (cioè le Suore), l'allegria di tutti questi piccoli e della gente del paese e vivono tutti come in una grande comunità, anche se ognuno ha un ruolo ben definito e le Regole degli ordini religiosi di appartenenza scandiscono i ritmi del giorno e della notte.
Le porte della Missione sono sempre aperte per tutte le attività sociali, oltre ovviamente che per andare in chiesa, e la gente del villaggio circola liberamente dappertutto, avvolta nei caratteristici drappi di garza di lino bianco.